Che belle le persone che sono sempre sorridenti, alle quali sembra che vada sempre tutto bene, che non ci sia nulla che le scompone o che le smuove dalla loro quotidianità perfettamente incorniciata e splendente… che quasi fanno venire il nervoso perché ti chiedi “Ma come cavolo è possibile??”
Ecco, appunto… ma come è possibile che ci siano persone così forzatamente positive da non accettare che possano esserci momenti no, momenti di sconforto, momenti in cui puoi concederti di essere triste, arrabbiato o momenti nei quali avresti voglia di chiuderti in un eremo?
E infatti, non è possibile.
O meglio, è possibile, ma queste persone sicuramente soffrono di Positività Tossica.
Nell’era dei social, in cui è necessario postare foto a più non posso (in cui è diventato un obbligo mostrare quanto è bello ciò che mangi, quanto sei felice, quanto stai bene con le persone che ti circondano, quanto ami socializzare, quanto tu sia sempre e comunque positivo e sorridente, sbeffeggiando anche un po’ chi invece non lo è…) si è andato a diffondere un atteggiamento forzatamente positivo e ottimista.
Questo atteggiamento è tipico delle persone che hanno interiorizzato il principio secondo il quale non importa quanto complessa e potenzialmente spiacevole possa essere una situazione, occorre mantenere sempre e comunque un mindset positivo.
Attenzione: Ottimismo ≠ positività tossica
Essere ottimisti vuol dire coltivare un pensiero positivo, nella piena consapevolezza e nel rispetto delle emozioni (dal risvolto positivo e negativo) che una situazione negativa può suscitare in noi.
La positività tossica esclude in toto questa possibilità, sposando totalmente la politica delle “good vibes only”.
Ma quanto ci costa a livello fisico ed emotivo essere sempre e solo al TOP?
La vita è un meraviglioso viaggio che può concretizzarsi in un susseguirsi di sali e scendi: sta a noi mantenere il giusto ritmo per riuscire a godere delle discese, utili a ricaricare le energie per affrontare poi le salite.
Mantenere invece dei ritmi sempre accelerati, con un alto livello di entusiasmo, risulta complesso e porta ad un inevitabile dispendio di energie.
Come riconoscere la Positività Tossica?
Normalmente si associa a determinate manifestazioni e comportamenti:
- Il senso di colpa che emerge perché “non va bene” percepire sensazioni spiacevoli;
- La propensione a giudicare le emozioni altrui come un qualcosa di negativo, senza preoccuparsi di capire le cause alla base del malessere emotivo di chi le prova;
- La tendenza a non manifestare mai emozioni e stati d’animo che possano essere riconducibili a situazioni spiacevoli o negative;
- La predisposizione a ripetere continuamente mantra positivi come “Andrà tutto bene!” o “Dobbiamo essere positivi!”
È importante contrastare quanto più possibile questo atteggiamento per svariati motivi:
- È sbagliato negare a sé stessi la possibilità di vivere tutte le emozioni a pieno (anche quelle considerate potenzialmente con risvolto “negativo”);
- Può portare a nascondere un pezzo di realtà ai nostri stessi occhi, obbligandoci a costruire una maschera e una identità prive di qualsiasi sfumatura, allontanandoci dalla vita reale;
- Si perde la visione generale delle cose e degli avvenimenti, perdendo parti importanti del nostro e altrui vissuto.
L’attivazione del mindset (sempre e comunque) positivo si manifesta come un meccanismo di difesa (a volte anche involontario) che attuiamo per evitare di elaborare emozioni che consideriamo “scomode” e che temiamo di non saper gestire in modo consono.
Si può evitare la positività tossica? SI’.
Parte tutto da noi! Se capiamo di essere in questa modalità, il primo passo da fare è comprendere che “E’ OK NON ESSERE SEMPRE OK”, ovvero, ci dobbiamo concedere il lusso di poter provare le emozioni nella loro totalità e nelle loro sfumature, accettando il fatto che queste sono funzionali al nostro benessere emotivo.
Siamo vulnerabili? Forse sì, ma la nostra forza risiede nel nostro benessere interiore, non nella negazione della vulnerabilità stessa. È necessario darci modo di esplorare questa nuova dimensione, con rispetto, compassione e pazienza verso noi stessi.
Mostrarsi forti non è sempre un passo dovuto, per avere successo nella vita di tutti i giorni.
Provare incertezza, sconforto, paura, tristezza fa parte del nostro vivere una vita a “colori”.
E’ necessario normalizzare questo essere, per assicurarci di non vivere una vita sempre e solo in bianco e nero.
E se non dovesse bastare e capissimo che da soli non riusciamo ad uscirne?
Chiediamo aiuto, non è mai un errore!
Sono curiosa di sapere se vi ritrovate nella descrizione della positività tossica oppure se siete solo degli inguaribili ottimisti. Fatemi sapere sotto nei commenti!