“Quello che comunichiamo è ciò che l’altro ha capito e non quello che pensiamo di aver comunicato”
Cit. Watzlawick, Beavin, Jackson
Alcune ricerche hanno dimostrato che la maggior parte delle persone, a seguito di un interscambio, si ricordano solo in minima percentuale l’oggetto della comunicazione e questo non solo per una mancanza di chi è in ascolto e quindi riceve l’informazione, ma anche da parte di chi la emette.
- Il soggetto vuole dire 100
- In realtà dice 80
- Il ricevente sente 50
- Capisce 30
- Ricorda 20
Questo perché la comunicazione tra due individui non avviene in modo diretto ed univoco, ma ci sono diverse variabili che giocano un ruolo e che è fondamentale considerare.
Ciò che mi piace sempre ricordare è che ognuno di noi deve considerare che le informazioni che vengono inviate e ricevute passano attraverso i nostri personali filtri e attraverso i filtri della persona che è di fronte a noi.
Questi “filtri” sono il risultato di esperienze passate, valori, credenze, stati d’animo di ognuno di noi e possono andare a limitare, distorcere o modificare il messaggio emesso/ricevuto.
Vediamo insieme le variabili che compongono un processo comunicativo:
MESSAGGIO: contenuto che si vuole trasmettere
EMITTENTE: colui che invia il messaggio
RICEVENTE: colui che riceve il messaggio
CODICE: sistema di segni che si usa comunicando e senza il quale non avviene la comunicazione: canale para-verbale (tono, ritmo, volume della voce), canale non verbale (gesti, mimica facciale, distanza, posizione del corpo rispetto all’altro, postura), ma anche grafici, disegni, tutto ciò che può essere di supporto …)
CANALE: mezzo fisico e sensoriale all’interno del quale viene trasmesso il messaggio (radio, e-mail, telefono)
CONTESTO: spazio fisico di riferimento in cui avviene il passaggio di informazioni
FEEDBACK: mezzo utilizzato dal ricevente per capire se ha compreso a pieno il messaggio, rimandando all’emittente una risposta
RUMORE: elementi di disturbo che possono interferire con la trasmissione del messaggio (ambiente rumoroso, brusio…)
Questo ci permette di capire che la comunicazione è uno strumento essenziale per migliorare i rapporti interpersonali, risultando più efficaci.
La comunicazione ci serve per esprimere noi stessi, i nostri stati d’animo, i nostri bisogni e per poter istaurare relazioni appaganti, nelle quali condividere le nostre necessità, i valori ed obiettivi con gli altri, in modo chiaro e pulito.
Per essere quindi comunicatori più efficaci è importante considerare che il nostro bisogno e il nostro sentire devono essere messi sullo stesso piano dei bisogni e del sentire dell’altro. Un buon interscambio fa sì che entrambe le parti coinvolte nell’interazione possano esprimersi e dialogare rimanendo alla pari.
È quindi importante dare il giusto peso alla persona che ci sta di fronte, analizzando accuratamente il messaggio che ci sta inviando e valutando a 360° gradi ciò che ci esprime non solo con le parole, ma anche con il corpo e con le espressioni del viso.
Saper valutare questi aspetti ci permette di percepire i reali bisogni dell’altro e capire, così, come soddisfarli, essendo pienamente presenti e appagati noi per primi del risultato ottenuto.
E tu, che comunicatore sei?
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