La maggior parte di noi è cresciuto in contesti in cui non gli è stato permesso di esprimere emozioni.
Spesso, da bambini, ci è stato detto “Non piangere!”, “Non urlare!”, “Smettila di arrabbiarti!”, “Non essere triste!” e la maggior parte di noi ha assimilato che tutte queste emozioni risultavano sbagliate, per cui era necessario chiuderle in un cassettino.
Il problema poi emerge quando, da adulti, ci troviamo a dover tirare fuori queste emozioni (consciamente o inconsciamente) per tutto ciò che la vita vera ci mette dinnanzi (lutti, conflitti, amicizie finite male, problemi professionali…) e ci ritroviamo a non sapere cosa proviamo e perché.
A volte ci sembra di appartenere alle nostre emozioni, più di quanto invece siano loro ad appartenere a noi… forse soltanto prestando attenzione a ciò che ci stanno comunicando, cercando di coglierne la vera essenza, potremo davvero capire chi siamo.
La maggior parte di noi tende ad evitare di riflettere su ciò che prova. È umano, questo l’abbiamo capito.
Ma imparando a concedere a noi stessi la possibilità di pensare a quale sia l’origine dei nostri pensieri, atteggiamenti, sentimenti verso queste emozioni, potremmo scoprire che i sentimenti negativi non sono creature orribili dalle quali scappare.
Il vero “trucco” è solo uno: dedicarsi tempo e iniziare ad ascoltarsi davvero.
Qui ci sono 4 passi da seguire, per riportare l’attenzione sulle nostre emozioni, e quindi su di noi, e per allontanarci dalle modalità di difesa che siamo soliti attuare.
1)RICONOSCERE LE EMOZIONI
Disattiviamo la regola del “non sentire”: spesso ci troviamo ad agire, senza nemmeno sapere cosa ci ha smosso. Quando sentiamo che sta cambiando qualcosa al nostro interno, come diretta reazione a qualcosa che è avvenuto e ci ha provocato delle sensazioni, facciamoci una domanda: “Cosa sto provando?”
In base a questo, cercate di dargli un nome (È rabbia? È ansia? È disgusto? È gioia? È gelosia? …. Proviamo a chiamarla per nome.)
2)ACCETTARE QUANTO STIAMO PROVANDO
Smettiamola di pensare che esistono emozioni che non dovremmo provare ed emozioni che invece dovremmo provare. Le emozioni sono informazioni utili per capire la relazione tra il nostro mondo interno e quello esterno. Non è possibile immaginare un cambiamento se prima non partiamo da ciò che abbiamo per le mani nel momento in cui lo stiamo provando.
Accettiamo (quindi diventiamo consapevoli) di ciò che stiamo vivendo in quel momento, senza giudicarci!
3)INVESTIGARE IL PERCHE’ DI QUELLA EMOZIONE
Esploriamola, invece di scappare (e per “scappare” intendo, invece di seppellirla sotto un cumulo di “Va tutto bene! Non c’è nessun problema!”)
Perché è emersa proprio quella emozione? Quali sentimenti ha generato? Cosa è successo per farmi reagire in quel modo? Cerchiamo di rispondere a queste domande.
4)NON IDENTIFICARSI CON ESSA:
Il rischio è che l’emozione con cui ci identifichiamo (ad esempio la rabbia) diventi di conseguenza una caratteristica stabile della nostra personalità (sono una persona aggressiva e rabbiosa).
E’ quasi come se ci mettessimo un’etichetta, ma in realtà non è così.
Anche la persona più amorevole e pacata dell’universo si arrabbia, è normale!
Quindi, se necessario, accompagniamo la “non identificazione” con la compassione: spesso siamo feriti e più che difenderci abbiamo bisogno di consolarci con affetto e gentilezza.
Riuscire a mettere in atto questi passaggi ci permette di acquisire autonomia emotiva e così tornare padroni delle nostre emozioni e dei nostri sentimenti.
Questa consapevolezza, ad esempio, ci permetterà di essere più liberi di stare in una relazione, non perché ne abbiamo bisogno, ma perché lo desideriamo.