Abbiamo tutti sentito parlare della zona di comfort.
È quella zona in cui si “impantanano” le persone che cercano di conservare “l’immobilità” nella vita.
In questo luogo, il vissuto non è grandioso, ma neppure disastroso.
Pensa a quante persone rispondono alla domanda “Come va?” con “Non c’è male”.
Ma che cosa significa questa risposta? “Non c’è male” non vuol dire bene, né grandioso, é fantastico. “Non c’è male” non è neppure confortevole.
Questo tipo di fenomeno linguistico dimostra fino a che punto le persone utilizzano la focalizzazione in modo sbagliato.
Una persona bloccata nella sua zona di comfort può credere di avere solo scelto il minore dei mali.
Pensa: “Le cose non vanno alla grande, ma almeno quello che ho adesso è un “male” che conosco. Se provo a cambiare le cose, chissà cosa troverò dall’altra parte”.
In un certo senso, non è sbagliato, perché uscendo dai sentieri battuti si entra per definizione in territorio sconosciuto.
Una persona che pensa in questo modo e mantiene un piede nella sua zona di comfort mentre l’altro si muove a tentoni sul ciglio delle possibilità, può prendere alcune decisioni per raggiungere un obiettivo, ma torna poi rapidamente al sicuro.
Questa strategia, sebbene conduca ad ottenere comunque dei risultati, obbliga la persona a un continuo avanti e indietro, sprecando tempo, energia e risorse.
Troveremo sicuramente sulla nostra strada persone che sosterranno la nostra paura del cambiamento.
Se non hanno in qualche modo lavorato su un proprio percorso di crescita, saranno abili nel darci moltissime ragioni per rimanere esattamente dove siamo.
Se abbiamo preso la decisione di migliorare qualcosa che nella nostra vita non ci piace o che ci ha portato ad una condizione stagnante, e quindi vogliamo fare capolino fuori dalla nostra zona di comfort per vedere se “là fuori” possiamo stare meglio, c’è da considerare che probabilmente sarà necessario acquisire una serie di strumenti, competenze e abilità, che aumenteranno per sempre la qualità della nostra vita, a prescindere dall’obbiettivo che ci siamo posti.
Questo percorso di crescita e apprendimento è quindi esso stesso, a tutti gli effetti, già il primo passo fuori dalla nostra zona di comfort. Azione che richiede tantissimo coraggio.
E’ necessario tenere a mente che bisogna proteggere, strada facendo, la nostra mente dalle forze della mediocrità e dell’indifferenza, che saranno sempre pronte a cercare di farci demordere o tornare indietro.
Inoltre, cerchiamo di controllare ciò che entra, ciò che è nuovo, lasciando andare via il vecchio.