Qualunque sia il risultato desiderato, che sia un cambiamento importante e radicale nella nostra vita o solo il cambio di un’abitudine quotidiana, si mette in atto una fase di acquisizione/ apprendimento, utile a generare il mutamento voluto.
Si attraversa un periodo sistematico di crescita della nostra persona, indipendentemente dall’obbiettivo che ci siamo posti o dalla competenza che si vuole acquisire.
Questi principi si applicano a qualsiasi attività che si desidera padroneggiare: diventare un comunicatore migliore, ottenere un salario più alto, vivere in una casa differente, cambiare lavoro, decidere di mettere fine ad una storia d’amore o ad un’amicizia, o migliorare qualsiasi altro aspetto della nostra vita.
I 4 stadi dell’apprendimento sono quindi quattro momenti della nostra crescita personale (e professionale se il cambiamento riguarda questo ambito), che dobbiamo imparare a riconoscere e superare, per poter così raggiungere il traguardo prefissato.
- Incompetenza inconscia
Ci si trova in uno stato di incompetenza inconscia quando non si ha la capacità di svolgere un compito, ma senza rendersene conto.
In questa fase, si è totalmente ignoranti, non si ha coscienza dell’esistenza del problema quindi, non si può sapere come porvi rimedio. Una persona è bloccata in questa fase, se non impara ad aprire gli occhi per confrontarsi con i risultati della propria vita. Spesso la persona rimane a questo livello di incompetenza finché un elemento esterno innesca una presa di coscienza in merito.
Supponiamo di avere un bambino piccolo, di tre o quattro anni, seduto sui sedili posteriori dell’auto. Ad un certo punto il bambino ti guarda e chiede: “Posso guidare io per tornare a casa?”
Sorridi e rispondi con dolcezza: “No, figlio mio, non per molti anni ancora”.
Ma ciò che ritieni soltanto una piccola replica infantile è di fatto una richiesta vera e propria.
Il bambino crede veramente di poterlo fare perché l’ha visto fare da numerosi personaggi dei cartoni animati senza alcuna difficoltà. Non sa che la guida è una competenza che deve essere appresa attraverso la pratica. Vuole guidare, ma non sa di non esserne capace in questo momento.
- Incompetenza conscia
Sei in una fase di incompetenza conscia quando sai di doverti comportare in modo diverso, ma senza aver ancora sviluppato le competenze per riuscirci.
Nell’esempio del bimbo ambizioso, lasciamo trascorrere quindici anni circa. Ora capisce davvero l’interesse della guida. Non vede l’ora di muoversi liberamente con una macchina.
Tuttavia, il ragazzo capisce che ha bisogno di particolari competenze per raggiungere i suoi scopi. Si trova nella fase di incompetenza conscia. È consapevole del fatto che alcuni ostacoli devono essere superati prima che i suoi desideri diventino realtà.
- Competenza conscia
Sei consapevolmente competente quando sai realizzare il compito necessario, ma ciò ti richiede un impegno e uno sforzo costante.
Pensiamo al ragazzo dal nostro esempio, che svolge forse la terza o la quarta lezione di guida.
Ora conosce tutte le regole e comincia già a guidare con una certa maestria.
Tuttavia, deve rimanere estremamente vigile durante la guida e prestare attenzione a ogni minimo movimento. Deve controllare la velocità, rimanere all’interno delle linee, prestare attenzione agli altri veicoli, mantenere una certa distanza da loro e tenere d’occhio lo specchietto retrovisore. Deve rispettare tutte queste norme, nel frattempo premere l’acceleratore, il freno e magari anche la frizione. È consapevolmente competente perché ha tutti gli elementi per agire in modo efficace finché si concentra su questo compito.
- Competenza inconscia
La competenza inconscia è lo stato finale che si deve raggiungere. In questo stato, si fa quello che occorre, senza necessità della minima riflessione. Si raggiunge questo stadio dopo una pratica sufficientemente lunga e sostenuta in modo che diventi una parte naturale dell’attività. In questa fase, non c’è più bisogno di pensare a ciò che è necessario fare, è parte integrante di ciò che si è diventati.
Il ragazzo diventa un adulto, guida vari veicoli, l’esperienza si moltiplica.
Guidare è diventato un compito automatico a cui non ha più bisogno di pensare quando lo fa.
Ora è in grado di eseguire tutte le azioni relative alla guida parlando al telefono, mangiando o pensando all’indomani. È diventato talmente abile da accorgersi ora di eseguire questi gesti senza che esigano tutta la sua attenzione.
“Ogni cosa è difficile, prima che diventi facile.”
J. Wolfgang Goethe