Uno degli aspetti fondamentali per comunicare efficacemente è quello di prestare attenzione a chi abbiamo di fronte, riconoscere che lui/lei, come noi, ha il diritto di provare delle emozioni, di dire ciò che pensa e di essere se stesso.
Il tutto può essere riassunto in due parole magiche: empatia e assertività.
Queste ci permetteranno di riuscire ad elevare la nostra relazione ad un livello superiore, basato sul “gioco alla pari”.
Ma, nel caso in cui sia necessario dissentire con il comportamento del nostro interlocutore, come possiamo rivolgergli una critica in modo efficace (mantenendo il livello della comunicazione su un piano costruttivo)?
In questo articolo vedremo in 5 punti come formulare critiche costruttive e apprenderemo 3 trucchi per imparare a gestire la nostra emotività nel caso in cui le critiche siano rivolte a noi. Questo ci aiuterà a gestire le relazioni private e nel mondo professionale, al meglio.
CRITICA COSTRUTTIVA O DISTRUTTIVA?
Una critica, per essere considerata COSTRUTTIVA, deve necessariamente essere ben formulata focalizzandoci su ciò che è statofatto, piuttosto che sull’interpretare un certo episodio come risultato di una mancanza/difetto dell’altra persona.
Questa tipologia di critica è sempre supportata da esempi specifici e ricca di buone intenzioni, per non demotivare l’altro, quanto più per aiutarlo a crescere e migliorare.
Chi fa la critica dovrebbe essere pronto, inoltre, ad accogliere idee differenti dalle proprie in merito a possibili soluzioni e azioni successive alla critica stessa, anche diverse da quelle pensate o proposte; se questo avviene vuol dire che la critica è stata emessa ed è arrivata nel modo corretto ed è servita come strumento nel processo di crescita personale dell’altro.
Una critica invece mal posta, innesca in chi la riceve una reazione di difesa e contrattacco.
Una critica quindi DISTRUTTIVA porta con sé la mancanza di fiducia per un possibile miglioramento, perché facciamo credere all’altro che gli errori commessi dipendano da qualche difetto del suo essere, attaccandolo personalmente.
Se poi lo facciamo in pubblico, davanti agli altri, danneggiamo anche la sua autostima.
Con queste premesse spingiamo l’altra persona ad arrendersi e a non impegnarsi per cambiare. Da evitare!!
Quindi, come formulare critiche costruttive efficaci?
Di seguito alcuni consigli per esercitarsi nel criticare in modo costruttivo.
1. Portare esempi specifici
Individuare un esempio specifico o uno schema/un’azione ricorrente, che crea disagio.
Non generalizzare, bensì distinguere ciò che la persona ha fatto bene da quello che potrebbe migliorare.
(TIP: si parte sempre proprio da ciò che è stato fatto bene, per poi passare a ciò che invece necessita di essere migliorato, perché così la persona è meglio disposta ad ascoltarci anche quando arriverà la “nota dolente”)
Il trucco è non essere vaghi, per paura di “colpire” nel segno.
In realtà specificare COSA non va bene del comportamento/azione altrui è fondamentale per focalizzare l’attenzione esattamente su quello.
In aggiunta, se riusciamo ad essere specifici anche nel fare il complimento, questo arriverà più “potente”.
2. È preferibile fare riferimento ai comportamenti e non alle persone:
L’interlocutore non deve sentirsi attaccato; la critica deve essere percepita positivamente, come una occasione di crescita.
È quindi fondamentale fare riferimento all’azione che reputiamo essere da migliorare, non al fatto che la persona ha eseguito erroneamente quella azione.
Ecco alcuni esempi:
“Non capisci nulla” > “Non hai capito ciò che intendevo dire/Forse non mi sono spiegato bene io…”
“Sei inaffidabile” > “Ho temuto di non potermi fidare di te perché…..”
“Sei disordinato” > “Perché non provi a riordinare le tue cose, così l’ufficio avrà un aspetto migliore?”
Provare per credere….
3. Fallo di persona
Per dire qualcosa di spiacevole ad una persona, è necessario farlo vis a vis e non tramite e-mail/Whatsapp.
(Lo so che davanti ad uno schermo riusciremmo probabilmente ad essere maggiormente incisivi, ma NO! Non si fa… voi vorreste essere lasciati dal vostro fidanzato per messaggio?
È la stessa cosa… provate a mettervi nei panni dell’altro.)
È vero che in questo modo si mitigano imbarazzo e agitazione, ma si è meno credibili agli occhi di chi riceve la segnalazione. Assumendoti le tue responsabilità, facendolo quindi di persona, la conversazione potrà subito essere sviscerata, lasciando la possibilità di chiedere e dare spiegazioni, assicurandoti che il messaggio non venga male interpretato.
4. Non importi mai
La critica serve per mostrare un diverso punto di vista, senza dare “ordini” su come sia giusto o sbagliato comportarsi o agire.
La critica deve dare la possibilità di considerare prospettive differenti, non valutate, puntando su aspetti da migliorare/correggere.
(Ricordiamoci che ognuno di noi è fatto “a modo suo”, quella che potrebbe essere una strada che potrei intraprendere IO non necessariamente sarà la stessa che prenderesti TU, o magari sì, ma la percorrerai in modo differente. )
Lasciamo che le persone, grazie ai nostri spunti, facciano proprio l’argomento e lo utilizzino a modo loro. Così sì che la persona intraprenderà la propria strada di crescita e sarà stimolata ad andare avanti.
5. Non dilungarti
Arriva subito al punto, ma ricordati di partire sempre enfatizzando i lati positivi.
Poi, spiega in modo preciso e puntuale quali sono invece gli aspetti da migliorare.
Non dire e ribadire lo stesso concetto troppe volte, passa un messaggio chiaro e assicurati che sia arrivato. Chiedi anche alla controparte cosa ne pensa, per stimolare il confronto.
Servirà anche a te per avere un diverso punto di vista della cosa, che nell’ottica del miglioramento continuo è sempre da considerare.
(Ricorda, in questi casi vale il concetto: “LESS IS MORE”)
COME GESTIRE UNA CRITICA e quindi reagire a chi ti critica?
E se la critica fosse fatta a te??
(Difficile essere dall’altra parte, vero?!)
Ecco alcuni spunti per capire come gestire la tua emotività quando ti senti criticato:
- Se la critica è rivolta al tuo comportamento, accoglila come occasione di crescita e non come un attacco personale. Se viene fatta sul lavoro o in riferimento a qualcosa di concreto vedila come un’opportunità di crescita e miglioramento
(In più se proviene dal tuo referente, considera che potrebbe essere un’occasione per lavorarci su insieme e assorbire ancora un po’ di “sapere”)
- Non contrattaccare o difenderti a spada tratta,specie durante una discussione.
Evita di spostare il focus su quanto fatto da altri, perché sposta il problema, non lo risolve. Fermati un attimo, respira, fai mente locale su quanto ti viene segnalato e se non te la senti di rispondere subito perché ti senti emozionalmente instabile, ringrazia per la segnalazione e chiedi qualche minuto per ragionarci su.
A mente fredda riuscirai a trovare un modo per elaborare quanto ti è stato detto e troverai un modo per rispondere/reagire.
Ricorda che le risposte di impulso, nel 99% dei casi, non sono mai quelle più giuste da dare!
- Se la situazione si accende eccessivamentechiedi una pausa, prenditi un attimo per “digerire” quanto sta accadendo, così da non passare subito al contrattacco, magari dicendo cose di cui potresti poi pentirti.
È meglio pensarci a “freddo” e ritornare poi alla persona che ci ha fatto l’osservazione chiedendo chiarimenti, per approfondire quanto precedentemente segnalato.
Sarà un modo per innescare una discussione proficua e costruttiva.
Questo è un argomento a cui sono molto legata perché in effetti il “non dire mai” ciò che pensiamo oppure il “dire sempre ciò che pensiamo” (perché essere diretti è il mio modus operandi preferito), potrebbe fare più danni che altro…
Come sempre, non è tanto il COSA andremo a dire, ma più il COME passiamo il messaggio, che nell’ambito fella critica è davvero fondamentale per non incrinare le relazioni.
Ti è stato utile? Spero di sì…
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