Il dialogo ideale dovrebbe muoversi in un equilibrio di reciproco dare e avere.
Talvolta la nostra mente errante fa affiorare un ricordo o un’associazione di idee, che di fatto stimolano la conversazione. Ma se la mente vaga troppo, il rischio è di confondersi.
Una buona conversazione a due (come se fosse una partita di tennis) è un’alternanza tra le parti.
Gli attori del dialogo passano dall’ascoltare al parlare, in un flusso ininterrotto di confronto reciproco.
L’ansia di uno dei due o di entrambi potrebbe anche interrompere il flusso, spingendo uno dei due a spostare l’attenzione verso i propri pensieri, togliendo quindi attenzione all’altro.
Spesso sentiamo dire che saper conversare è un’abilità.
Tuttavia, pensare ad una conversazione come ad un esercizio di abilità, significa sottovalutare uno dei beni più preziosi che abbiamo: la relazione con l’altro.
In una conversazione davvero attiva diamo e riceviamo, siamo “insieme” nel momento presente (tanto che CON di “con-versazione” in latino significa INSIEME).
Se ci allontaniamo, permettendo alla nostra mente di vagare, non siamo quindi davvero nel QUI&ORA: non stiamo conversando, ma solo parlando.
Capita spesso di scegliere stili comunicativi diversi, a seconda delle situazioni in cui ci troviamo; è nelle conversazioni più misurate che abbiamo più probabilità di incontrare delle difficoltà, poiché sono quelle in cui affrontiamo questioni più significative.
Parlare con estranei, con semplici conoscenti, con persone autorevoli, con alcuni colleghi, può essere fonte di grande ansia, portando a sentirsi inferiori, svantaggiati, temendo il giudizio di chi reputiamo essere più competente o ci porta a non avere il coraggio di dire cosa davvero pensiamo, perché siamo fuori dalla nostra comfort zone.
All’estremo opposto, nelle conversazioni con amici più stretti, con famigliari o con il partner, possono riaffacciarsi in un baleno vecchi meccanismi di risentimento o senso di colpa e mandare in fumo ogni progresso comunicativo.
Quindi, che fare?
Nelle conversazioni più difficili, prenditi il tempo di cui hai bisogno per stabilire cosa vuoi trasmettere e dire. E’ importante che fra te e il tuo interlocutore si crei un’apertura, attraverso cui far passare vissuti e sensazioni. E’ necessario essere quanto più sinceri in merito alle emozioni che si stanno provando. Se sei empatico il tuo intento di comprendere il punto di vista dell’altro verrà percepito e ricambiato.
Ecco i passi per una conversazione di QUALITA’:
- Una buona conversazione è quella in cui si è presenti con consapevolezza, presentando la giusta attenzione all’altro.
- Mentre ascolti l’altro non pensare a ciò che dirai dopo: ascolta, osserva e assorbi quanto l’altro ti sta donando.
- Non esprimere giudizi : concentrati su ciò che viene detto e ignora ciò che non fa parte del dialogo. Leggi il linguaggio del corpo, ma non soffermarti sulla superficie.
- Non parlare sopra : se lo ritieni indispensabile chiedi il permesso di interrompere il discorso.
- Godi di questa occasione di arricchimento: una buona comunicazione è naturale e salutare. Assapora l’incontro e godi della scoperta.
Ti ci ritrovi? Pensi di essere una persona attenta alla qualità delle proprie conversazioni? O hai trovato utili questi consigli?
Fammi sapere nei commenti!