Approcciando il vasto mondo delle “conversazioni difficili” sono incappata nel modello degli “Stati dell’ IO” che ho trovato estremamente affascinante e anche molto attuale.
Berne ipotizzò come la personalità di ogni individuo fosse suddivisa in diverse parti, ognuna consistente in pensieri, emozioni e comportamenti: gli Stati dell’Io Genitore, Adulto e Bambino.
Le conversazioni difficili possono generare diversi comportamenti nel nostro interlocutore.
Un modo per valutare gli atteggiamenti che si palesano, è proprio quello di considerare questo modello, che evidenzia il fatto che possiamo comportarci fondamentalmente in tre modi, agendo come:
– Un genitore
– Un adulto
– Un bambino
Di solito gli stati del bambino o del genitore non sono di aiuto quando si affrontano conversazioni difficili. L’approccio più costruttivo è per ambedue le parti in modalità adulto.
Vediamoli insieme:
STATO DELL’ IO GENITORE
Nello stato dell’Io genitore si può adottare uno stile affettivo o normativo.
Quando siamo nello stato del genitore affettivo, siamo preoccupati dei sentimenti dell’altra persona e probabilmente vogliamo che si senta a proprio agio, incoraggiata, confortata.
Nello stato del genitore normativo, il nostro pensiero è che l’altro svolga un compito nel modo corretto.
Ogni giorno nei luoghi di lavoro si assiste a interazioni che mostrano chiaramente lo stile del genitore affettivo o normativo, specialmente a opera dei manager/leader.
Per esempio:
Se notate che un collega vi sembra stressato e magari gli dite: Tutto a posto? Mi sembri un po’ stanco. Ci prendiamo un caffè?”, vi state comportando da genitore affettivo.
Se invece, nei confronti di un nuovo arrivato, dite: “Questo lavoro si fa così. Quando lo esegui, stati attento a non commettere questo particolare errore e, quando hai finito, mostrami quello che hai fatto”, state ricadendo in un comportamento da genitore normativo.
STATO DELL’ IO ADULTO
Essere nello stato dell’Io adulto significa agire in modo logico e concreto.
Quando si cerca di risolvere un problema questo stile è spesso la modalità più appropriata.
Lo stato dell’adulto è anche la parte di noi che è consapevole di sé e gestisce il nostro comportamento, scegliendo come agire in una particolare situazione.
Un esempio di adulto che risolve i problemi in modo logico può considerarsi il parlare a un superiore di un problema interno al reparto per cercare insieme una soluzione.
Due soggetti possono avere una conversazione da adulto con adulto indipendentemente dalla posizione gerarchica nell’organigramma.
Un esempio di adulto consapevole di sé stesso può essere andare a un evento intendendo usare l’opportunità per entrare in contatto con un certo gruppo di persone.
Se siete in modalità adulto, potete pianificare in anticipo il vostro approccio e agire deliberatamente e con efficacia per parlare, quando siete lì, alle persone che vi interessano, passando i messaggi che ritenete più opportuni.
STATO DELL’ IO BAMBINO
Nello stato dell’Io bambino possiamo agire come bambini liberi o adattati.
Abbiamo un comportamento da bambino libero quando ci esprimiamo senza inibizioni, divertendoci e ridendo, lamentandoci o facendo i “capricci”.
L’atteggiamento nello stato del bambino adattato invece riguarda principalmente le regole e la figura autoritaria.
Un individuo che esibisce un comportamento da bambino adattato può agire in modo condiscendente (mostrando di voler rispettare le regole e gratificare la figura autoritaria) o ribelle (infrangendo le regole e disobbedendo alla figura autoritaria).
Il Bambino si struttura sulla base di pensieri, emozioni e comportamenti che si manifestavano nelle nostre prime fasi di sviluppo, ossia la nostra infanzia; possiamo associarlo alla “genuinità” che custodisce quell’insieme di stati emotivi, spontanei, che abbiamo provato quando eravamo bambini: felicità, tristezza, paure.
INTERAZIONI DEGLI STATI DELL’IO
Quando si parla con qualcuno, il nostro stato dell’Io interagisce con quello della persona che abbiamo davanti, per cui è interessante capire come si influenzano a vicenda i diversi comportamenti.
Per esempio:
- Se il principale obiettivo di entrambi è risolvere un problema, probabilmente siete ambedue nello stato dell’adulto;
- Se l’altra persona è venuta da voi per ricevere consiglio supporto, potrebbe essere nello stato del bambino adattato e volere che voi vi comportiate come un genitore;
- Se discutete con qualcuno del suo comportamento e ognuno di voi vuole avere l’ultima parola, potreste accorgervi di essere ambedue entrati nello stato del genitore e di cercare quindi di rimproverarvi a vicenda;
- Se vi state divertendo e state ridendo insieme, probabilmente siete tutti e due nello stato del bambino libero.
È importante che siate consapevoli del fatto che, quando qualcuno è in un particolare stato dell’Io, potrebbe portarvi a comportarvi nel modo corrispondete.
Per esempio, se siete un manager con un gruppo di dipendenti riluttanti ad assumersi responsabilità (che agiscono, diciamo, nello stato del bambino), potreste sentirvi in dovere di comportarvi come un genitore esasperato.
Oppure, se vi piace avere il controllo della situazione e l’ultima parola in ogni confronto, potreste osservare che le persone che vi circondano iniziano a comportarsi in modo infantile.
Spesso questo genere di interazioni è positivo: il vostro partner è arrabbiato e nello stato di bambino, così voi reagite con il comportamento da genitore affettivo.
In una relazione personale o professionale è anche possibile, talvolta, trovarci portati inconsapevolmente ad assumere il ruolo di bambino o genitore, anche se consapevolmente non avremmo scelto di farlo.
COME USARE LO STATO DELL’IO ADULTO
Quando usate lo stato dell’Io adulto, avete più modi di creare un’atmosfera costruttiva e raggiungere un risultato positivo.
Ciò significa:
- Essere coscienti dei vostri sentimenti e del vostro comportamento e scegliere consapevolmente quello che dite e come lo dite;
- Concentrarvi sulla risoluzione dei problemi, anziché cercare di avere la meglio o rimettere l’altro al suo posto;
Anche se l’altra persona adotta un comportamento da bambino o da genitore, voi potete comunque usare un linguaggio che mostri che siete nello stato dell’Io adulto:
– “Mi rendo conto che questa soluzione non ti soddisfa. Mi piacerebbe trovare un modo per risolvere la situazione”.
– “Mi dispiace che tu ti senta a disagio. Come possiamo risolvere?”
LA TRAPPOLA DEL GENITORE NORMATIVO
Una grossa trappola durante una conversazione difficile è lo spostamento di una delle parti nella modalità del genitore normativo.
Ne risulta il più delle volte che l’altra parte reagisca come un bambino adattato ribelle, o assume a sua volta lo stato del genitore normativo, arrivando a una lotta di potere.
Esempi dello stato del genitore normativo in una conversazione difficile sono:
- Usare frasi come “dovresti, devi, si deve fare così ”
- Generalizzazioni come: “fai sempre o non fai mai…”
- Adottare un tono di disapprovazione.
Se vi accorgete che state adottando il tono del genitore normativo, cercate di reprimerlo rapidamente e tornate allo stato dell’Io adulto.
LA TRAPPOLA DEL GENITORE AFFETTIVO
La persona nel ruolo del bambino trasmette il messaggio non verbale: “Se mi critichi o mi affronti sei malvagio perché io sono fragile”.
Qualche volta il soggetto in questione pensa davvero di essere fragile, mentre in altre circostanze sta cercando di manipolare l’interlocutore.
Quando si trova di fronte al comportamento del bambino ferito, l’altra persona avverte una sensazione di conflitto: vorrebbe affrontare il problema, ma sente anche che dovrebbe comportarsi come un genitore affettivo e alleviare i sentimenti feriti dell’altro.
In questo caso è importante che restiate nello stato dell’Io adulto e vi sforziate di affrontare la situazione con tranquillità.
Dite qualcosa come: “Mi dispiace che tu ti senta ferito. Vorrei che risolvessimo la questione in modo che nessuno si senta a disagio”.
LA TRAPPOLA DEL BAMBINO ADATTATO
Se vi sentite in ansia prima di una conversazione difficile, in particolare, se ritenete che il vostro interlocutore abbia più potere di voi, è facile che cadiate nella trappola del bambino adattato.
In una situazione simile è spesso il linguaggio del corpo a tradirvi: un individuo nello stato dell’Io del bambino adattato starà seduto come un bambino che sta per essere sgridato dal preside.
Il linguaggio del corpo dello stato del bambino adattato include:
- Sedersi in avanti sul bordo della sedia;
- Guardare in su verso l’interlocutore;
- Piedi uniti;
- Mani unite in grembo
Cosa ne pensate? Vi ritrovate in questi comportamenti? A quale pensate di essere più affini?
Fatemi sapere nei commenti!!