ll problem solving è una competenza trasversale di cui si sente parlare sempre più spesso.
Proviamo a vedere insieme di cosa si tratta.
Problem solving significa letteralmente “risoluzione di problemi” intesa come il trovare la migliore soluzione possibile per un problema o una situazione particolarmente critica.
Tutti affrontiamo problemi quotidianamente, piccoli o grandi che siano e nelle diverse sfere sia personali che sociali. Non tutti però siamo davvero efficaci nel risolvere questi problemi: ci sono persone più reattive, altre più riflessive; persone che sono capaci di aguzzare l’ingegno e altre che vedono i problemi, ma faticano a trovare una soluzione.
Sono 5 le competenze trasversali (o soft skills) che più delle altre aiutano a sviluppare il problem solving:
. La consapevolezza, che permette di acquisire una visione reale e contestualizzata del problema,
. L’ascolto attivo, che permette di capire a fondo qual è il problema, investigandone le cause,
. La curiosità, che permette di valutare soluzioni anche precedentemente ignorate,
. La creatività, che permette di non fermarsi davanti al primo ostacolo, sperimentando nuove soluzioni,
. La determinazione, che permette di non abbattersi davanti agli ostacoli e di rimanere focalizzati sull’obbiettivo.
Prima di entrare nel merito delle tecniche e degli strumenti per una gestione corretta e professionale del processo di problem solving, è indispensabile tracciare alcuni principi base, cinque per la precisione, che rappresentano i fondamenti di qualsiasi approccio alla risoluzione dei problemi.
Vediamoli uno a uno:
- Uccidi il mostro finché è piccolo: tantissimi problemi diventano complessi e impegnativi perché non abbiamo avuto il tempo, il coraggio o la volontà di affrontarli appena manifestati. Prima del problem solving c’è quindi una fase di “problem finding e problem setting” ovvero della scoperta e identificazione del problema.
- Accedi ad un livello di pensiero superiore: per risolvere problemi complessi bisogna essere capaci di scorporare il problema per affrontare le singole concause e variabili una alla volta, allontanandosi dal livello di pensiero che lo ha generato.
- Diamo più importanza alle risorse che alle mancanze: se riusciamo anche nei momenti più difficili a concentrare la nostra attenzione su ciò che è positivo, ovvero su ciò che possiamo sfruttare a nostro vantaggio, avremo maggiori possibilità di trovare una soluzione.
- Libera la creatività: nessun problema potrà mai essere risolto se a monte non c’è la convinzione di poterlo fare o almeno di volerci provare; con fiducia e pragmatismo anche i problemi apparentemente insormontabili possono essere affrontati.
- Credici: autostima, ottimismo ed energia creativa sono sempre (e non solo nel problem solving) il vero valore aggiunto.
Fatte tutte queste premesse siamo pronti a valutare le 4 fasi del problem solving:
- Definire il problema: quello che viene spesso considerato il problema evidente non è poi il problema reale. Analizzare bene una situazione, andando a fondo per individuare la radice vera del quesito, ci permette di essere sulla strada giusta verso la soluzione.
- Generare alternative/Brainstorming: questa è la fase creativa, in cui si organizzano le informazioni e si individuano le risorse per realizzare un piano di attuazione che porti alla soluzione; in questa fase si buttano sul tavolo tutte le idee che sopraggiungono, senza applicare troppi filtri.
- Valutare e selezionare le varie alternative: in questa fase si va a “sgrossare” tra le varie soluzioni proposte, quelle che sembrano più consone e attuabili al fine di risolvere il problema.
- Implementare le soluzioni: scelta la soluzione e realizzato il piano di attuazione (che prevede chi, come, dove, cosa e quando vengono realizzati i vari step) questo va implementato ed eseguito.
A questo punto possiamo dire che il processo di problem solving trova compiuta espressione.
Provate ad applicare questi consigli e fatemi sapere cosa ne pensate.
Vi aspettiamo in direct!