Quotidianamente mettiamo in atto schemi di comportamento automatici, soprattutto quando ci mettiamo in rapporto con gli altri. Molti di questi comportamenti abituali provengono dal nostro passato e dalle prime esperienze interpersonali vissute, soprattutto in famiglia.
Se questi schemi acquisiti derivano da rapporti disfunzionali, daranno l’origine a rapporti altrettanto disfunzionali anche nel presente.
Applicare la mindfulness alle relazioni interpersonali vuol dire basarsi sulla capacità di esercitare la presenza mentale nel “qui e ora”, priva di giudizio, riconoscendo i vecchi schemi mentali di comportamento abituale, comprendendo il nostro passato e accettando le esperienze vissute.
Questa consapevolezza ci permette di uscire dalla nostra visione (filtrata), di riconoscere questi schemi e di decidere di non attuarli, spezzando il circolo vizioso, cercando di essere quanto più empatici e pazienti possibile, verso noi stessi e verso gli altri.
Diventare ascoltatori consapevoli significa essere presenti nel momento in cui entriamo in relazione con l’altro, restando concentrati sull’interlocutore, senza farci distrarre dai nostri pensieri (e filtri) o da elementi esterni, mostrando attenzione e comprensione.
Ecco le 10 regole per un ascolto consapevole:
1. Concentrazione.
Non essere distratti da ciò che accade intorno a noi.
Fattori come rumori forti o distrazioni possono influenzare la nostra capacità di ascolto.
2. Evitare di interrompere.
Lasciare che l’interlocutore finisca di parlare prima di fare un commento o una domanda.
3. Non finire le frasi dell’interlocutore, nella speranza di trasmettergli l’impressione di averlo compreso. Questo non funziona. La lettura del pensiero si rivela spesso sbagliata perché dà l’impressione che abbiate già ascoltato decine di volte quello che vi sta dicendo. È necessario cercare di ascoltare il vostro interlocutore come se non aveste la minima idea di ciò che sta per dire.
4. Mantenere il contatto oculare con l’interlocutore.
Questo trasmette attenzione e concentrazione sull’altro.
5. Inserite segnali di assenso, come cenni del capo o una postura proiettata verso il nostro interlocutore; questo consente di entrare in maggiore sintonia.
6. Prestare attenzione ai segnali non verbali di chi ci parla: tono di voce, espressione del viso, il linguaggio del corpo, ecc. Questi segnali possono fornire utili indizi su ciò che il nostro interlocutore prova, sui suoi pensieri e sulle sue emozioni.
7. Usare espressioni di condivisione:
“ciò che condivido è….”;
“ritengo anch’io importante…”
“anche a me è capitato di…”, ecc.
8. Usare la parafrasi.
Ripetete in altre parole ciò che avete compreso, i concetti chiave della comunicazione del vostro interlocutore. Questo può contribuire a eliminare eventuali incomprensioni e ad evitare errori futuri.
9. Approfondire la vostra conoscenza attraverso l’uso di domande aperte.
Fare domande mirate se abbiamo bisogno di chiarire ciò che l’altra persona ha espresso è molto importante perché può contribuire ad eliminare eventuali incomprensioni.
10. Rispondere anziché reagire.
Pensare prima di parlare o esprimere pareri impulsivamente.
Se vogliamo migliorare la nostra comunicazione e quindi diventare ascoltatori consapevoli è necessario sperimentare e avere voglia di mettersi in gioco, provando anche solo inizialmente una parte delle 10 regole, quelle che vediamo essere a noi più affini.
È già un buon punto di partenza…
E tu, ti senti pronto? Fammi sapere sotto nei commenti cosa ne pensi!
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