Le nostre connessioni con gli altri rappresentano un’importante fonte di felicità.
Gran parte di questa viene dal DARE.
Non possiamo leggere i pensieri altrui, né gli altri possono leggere i nostri.
Perché allora non ci sentiamo tutti completamente soli?
La risposta è che creiamo profonde connessioni nelle nostre relazioni.
Conoscere qualcuno inizia con un semplice scambio di informazioni, ma spesso si sviluppa in un sentimento profondo, un senso di affinità che permane anche quando si è lontani.
Questa comprensione intuitiva delle altre persone si chiama: EMPATIA.
Ciò che ci fa apprezzare, perdonare e provare affetto per gli altri perché partecipiamo alla loro vita emotiva. L’empatia è una parente stretta di altri due stati di grazia: AFFETTO e COMPASSIONE.
Grazie alla mindfulness possiamo concentrarci sul nostro IO, il centro di tutte le nostre connessioni, la parte che inizialmente ci chiede proprio di dirigere la compassione dentro di noi, nel momento presente, verso i nostri pensieri e le nostre emozioni.
Potremmo essere tentati di farcene condizionare, ma invece, siccome la nostra scelta è di essere consapevoli, li riconosciamo semplicemente con affetto, come un genitore che stringe a sé il bambino. Nel processo di auto-scoperta diventiamo più radicati e allo stesso tempo la nostra consapevolezza si espande. È come se, riempiendo di empatia il grande barattolo che è dentro di noi, questo arrivi a colmarsi fino all’orlo e inizi a traboccare, a beneficio degli altri.
Se ci allontaniamo da estenuanti battaglie interiori contro pensieri negativi ed emozioni bisognose di attenzione, ci ritroviamo a poter dare di più. Ecco, quindi, la possibilità di generare connessioni!
Inoltre, poiché abbiamo iniziato a pensare a noi stessi senza giudizio, siamo pronti a dare la stessa comprensione anche agli altri.
L’aver accresciuto la comprensione di noi stessi, ci rende più consapevoli del nostro valore e probabilmente, dato che la nostra empatia si è risvegliata, anche di quello degli altri.
Ad esempio, l’empatia verso una persona in difficoltà non è un’esperienza confortevole, poiché ci porta a provare ciò che sta provando l’altro, proiettandolo su noi stessi.
Tuttavia, non accettare la realtà dei fatti, solo perché troppo difficile, è un atteggiamento tutt’altro che consapevole. La consapevole comprensione di sé rende più partecipi di ogni sofferenza, senza esserne talmente assorbiti da indebolire la nostra capacità di aiutare gli altri.
E’ allora che entra in gioco la compassione.
La compassione potrebbe essere definita come il braccio armato dell’empatia, che si fonda sugli stati d’animo altrui, ma che fluisce da una sorgente di forza, poiché nella consapevolezza sai di essere abbastanza forte da poter dare il calore e il supporto necessari.
L’empatia rappresenta un vantaggio evolutivo della specie. Alcuni di noi hanno profonde riserve di empatia, che li rendono in grado di intuire i sentimenti degli altri già da subito, mentre altri possono coltivarla.
Ecco cinque semplici passi da compiere per sviluppare l’empatia nel quotidiano:
- Fare qualcosa di diverso: fare cose diverse per cercare di metterci nei panni degli altri.
- Aprirti: il pregiudizio è un ostacolo per la comprensione; è necessario analizzare i nostri preconcetti sugli altri e metterli da parte.
- Ascoltare: ascolta realmente ciò che gli altri dicono per capire le loro emozioni e i loro bisogni.
- Essere curioso: parla con gli altri anche quando non “devi”; socializza con gentilezza.
- Fare qualcosa di buono: aiuta chi ne ha bisogno, portando a termine il tuo impegno.
Così facendo svilupperai la tua empatia e avrai la possibilità di migliorare le tue connessioni con gli altri, creando relazioni solide e basate sulla consapevolezza e sulla generosità, riempiendo non solo il tuo barattolo, ma anche quello degli altri.